Le origini dell’ippica varesina risalgono a 146 anni fa e sono nobili: il 31 gennaio del 1878, il conte Gian Pietro Cicogna comunicava al sindaco di Varese Francesco Magatti la costituzione della Società Ippica Varesina. Il primo ippodromo fu costruito nella zona di Casbeno, e vi si disputavano corse di trotto e di galoppo. Nella riunione inaugurale fu inserito il Criterium, gara che esiste ancora oggi e che mantiene la qualifica di Listed Race.
Nel 1896 l’impianto fu trasferito a Masnago e, successivamente, nel 1911, nell’attuale sede delle Bettole dove, per qualche anno, si tennero anche corse al trotto e dove venivano disputate anche le partite di calcio del Varese prima dell’edificazione dello stadio cittadino, risalente al 1935.
Un gioiello dell’ippica italiana, incastonato in uno scenario naturale meraviglioso a pochi passi dal centro città e con una storia gloriosa: l’ippodromo di Varese vanta una grande tradizione e, nella sua lunga storia, è stato frequentato dai più illustri protagonisti del galoppo. Le piste sono due, una in erba dello sviluppo di metri 1400 ed una in sabbia di lunghezza poco inferiore; quest’ultima è utilizzata per lo più per le giornate pomeridiane invernali”.
La genesi
Come mai e perché è nata la Società Ippica Varesina? In un secolo in cui la passione ippica era caratterizzata dal costituirsi in Italia di nuove Società, la felice intuizione di alcuni varesini aveva predisposto le cose in modo che uno spettacolo del genere avesse il suo giusto sostegno logistico. Di quel progetto incominciò ad interessarsi anche la stampa, sia locale che nazionale: il mondo ippico italiano fissava la sua attenzione su quanto si stava costruendo a Varese. Come già avvenuto in Inghilterra, che ormai da ben cento anni vantava una schiera di illustri purosangue, iniziarono a sorgere anche da noi i primi allevamenti per iniziativa privata.
Il 1878 si apriva con la nascita della Società Ippica Varesina e il primo presidente effettivo fu il conte Gian Pietro Cicogna.
Ma per la categoria di purosangue l’ippodromo di Varese Casbeno non rispondeva ai requisiti richiesti. Nel frattempo, a Milano, la Società Lombarda aveva quasi ultimato la costruzione dell’ippodromo di San Siro e il Criterium poteva benissimo essere portato a Milano. A Varese furono quindi presentati due progetti di ampliamento dell’ippodromo, ma i lavori comportavano un preventivo di spesa che né il Comune né la Società erano in grado di sostenere. Così il 1888 vide l’ultima disputa della corsa Criterium.
Il 5 gennaio 1896, la Società Varesina si riunì in assemblea per discutere del nuovo ippodromo. L’Avvocato Andrea Baragiola De Bustelli, molto legato all’ambiente delle corse, aveva generosamente messo a disposizione un terreno di sua proprietà in zona Masnago, presentando anche il progetto relativo al nuovo campo, che fu approvato a larga maggioranza. Nulla fu trascurato per rendere l’ippodromo di Masnago rispondente ai requisiti tecnici regolamentari e dotarlo di quei servizi e di ogni attrezzatura che ne assicurassero la funzionalità ed ogni comfort per il pubblico. L’inaugurazione del campo corse segnò anche un avvenimento importante: il ritorno del Criterium a Varese e fu senza dubbio il maggior avvenimento dell’ippica nazionale.
Da spettacolo d’élite a intrattenimento per tutti
Le giornate di Masnago furono un vero trionfo. Il primo decennio del Novecento segnò il passaggio delle corse al galoppo da spettacolo di élite, quale era inizialmente, a manifestazione di massa. Accanto ai nobili, nelle tribune e nel pesage, prendevano posto anche gli esponenti della media borghesia ed i rappresentanti di quel mondo degli affari che si andava affermando nelle attività determinanti il nuovo aspetto industriale e commerciale dell’economia varesina. La Varesina affrontò il 1908 con la consapevolezza di dover risolvere il problema relativo all’ampliamento dell’ippodromo di Masnago, divenuto ormai inadeguato per le nuove esigenze. Si iniziò a pensare alla costruzione di un nuovo impianto.
Le Bettole
Il terreno delle Bettole fu ritenuto, sotto tutti i punti di vista, compresa la vista panoramica davvero unica, il migliore. Si pensò di inserire, nel progetto del campo di corse, una pista interna per le corse al trotto che consentisse ogni anno, nel mese di agosto, di organizzare importanti riunioni per tale categoria.
I lavori iniziarono ai primi di aprile e furono ultimati in tempo per l’imminente stagione. L’avvenimento di maggior rilievo dell’estate varesina del 1912 fu rappresentato dalle riunioni di corse al trotto indette a titolo di sondaggio. Con la prima guerra mondiale, l’ippodromo dovette ospitare accampamenti militari, soldati in esercitazione, materiale bellico, armi e depositi di benzina. Malgrado la guerra e la successiva crisi economica che investì il mondo intero, tra la fine degli anni venti e la metà degli anni trenta, il calendario delle giornate ippiche varesine fu ricco di concorrenti e di premi.
Nel 1935 la Società avviò una serie di lavori, avvalendosi anche del contributo del Comune, che cambiarono l’aspetto dell’impianto, il ’37 vide la sperimentazione di un dispositivo per la partenza dei cavalli in movimento che avrebbe dovuto sostituire i tradizionali nastri.
La nuova apparecchiatura era stata ideata e brevettata dal varesino Giulio Cottini e sul campo delle Bettole fu sperimentata, portando quella stagione di corse al centro dell’attenzione di tecnici e di significative personalità dello sport ippico. Nel 1939 la presidenza passò a Virginio Curti: sotto la sua gestione la Varesina visse, pur nei contrasti e fra molti disagi causati dal secondo conflitto mondiale, un periodo di intensa attività.
Giunti al secondo anno di guerra, si riproponeva, ovviamente in proporzioni più ampie, lo stesso problema che era sorto durante il primo conflitto mondiale: proteggere l’allevamento del purosangue che rappresentava un insieme di vasti interessi legati alla politica di gestione dell’ippica nazionale. Per fronteggiare le richieste pervenute da più parti, la Varesina costituì la “Scuderie Olona s.r.l.”, che provvide ad allestire nuovi boxes per il ricovero dei purosangue durante le manifestazioni ippiche e gli allenamenti. Successivamente, per la prima volta in Italia, venne sperimentato ed istallato alle Bettole il totalizzatore mobile per consentire agli appassionati di seguire meglio l’andamento del gioco.
Con la scomparsa di Virginio Curti (nella foto sopra), nel giugno del 1969, si concludeva il periodo più lungo di attività che un presidente avesse dedicato, con slancio ed indiscussa competenza, all’ippica varesina. Continuatore di quella politica di incentivazione ed erede di un patrimonio spirituale che prestigiosamente lo poneva fra i più quotati allevatori di purosangue, il cugino Carlo Curti (nella foto sotto) assumeva la presidenza della Società. La stagione si svolse e concluse nel migliore dei modi, il bilancio fu soddisfacente e i componenti della Varesina si sentirono pronti a realizzare quelle opere oramai necessarie a migliorare l’ippodromo. Fu data la precedenza alla pista che venne regolarizzata e allargata, sulla tribuna principale sorse una torretta per i commissari, mentre il tondino per l’insellaggio subiva alcune sostanziali modifiche.
Nasce la Società Varesina Incremento Corse Cavalli S.p.A.
Nel frattempo la Società Varesina per le corse dei Cavalli mutava per la quarta volta in quasi cento anni dalla sua fondazione, ragione sociale, trasformandosi nell’attuale Società Varesina Incremento Corse Cavalli S.p.A.
Iniziava così un nuovo ciclo di attività per l’ippica varesina e la Società, aprendosi a nuove prospettive, impostava tutto un concreto programma di sviluppo, avvalendosi del consenso degli Enti ippici centrali quali l’U.N.I.R.E., il Jockey Club e lo Steeple Chases. A livello tecnico, fu dato incarico all’ing. Arturo Redaelli e all’arch. Giovanni Giavotto di elaborare il progetto per la ristrutturazione dell’ippodromo; nei confronti dell’Amministrazione Comunale, la Varesina si impegnò a fronteggiare, in proprio, la consistente spesa